Le persone
Vi lavorano a turno, come camerieri ed aiuto cuochi, pazienti psichiatrici, quasi cinquanta sono i volontari, un barman professionista e un cuoco e gestore di locali, coadiuvato a turno da giovani cuochi.
Il locale, fa parte del circuito Arci, ed è accessibile a qualsiasi associazione o singolo cittadino nell’intento di creare uno spazio fisico che funzioni da cantiere sociale, come laboratorio di pensiero in cui associazioni territoriali e singoli cittadini possano recuperare le funzioni proprie del territorio (solidarietà, informazione, partecipazione).
L’integrazione dei pazienti psichiatrici e di altre categorie “deboli” della società avviene attraverso l’attivazione di cambiamenti dal basso e dall’interno, dando loro visibilità e opportunità. Come? Attivando una scuola territoriale permanente rivolta alla cittadinanza per informare e sensibilizzare sul tema della salute mentale, con partecipazione di tutti gli attori coinvolti (pazienti, familiari, volontari, operatori, privato sociale, associazioni); creando una cultura delle diversità e della mescolanza che permetta il lavoro di rete sui vari pregiudizi e permetta di attivare le risorse della comunità territoriale anche attraverso momenti di scambio formativo; promuovendo cultura, informazione e dando spazio per le singole specificità intese anche come scambio di conoscenze e competenze; lavorando in rete con le istituzioni con proposte e modalità condivise e partecipate; e infine occupandoci dell’America Latina come importante laboratorio di cantieri sociali.